Sono esattamente passati 43 anni dalla strage di Bologna, uno dei più sentiti attacchi terroristici di matrice politica corrispondente ad uno dei periodi storicamente più violenti degli anni di piombo. Nella città emiliana alle ore 10.25, un ordigno ad altissimo potenziale esplose nella sala d’attesa della stazione di Bologna causando 85 vittime e oltre 200 feriti, evento che ancora oggi divide molto le parti politiche.
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2 agosto 1980: la strage di Bologna. Cosa successe quel giorno
Fin da subito le prime indagini hanno portato a direzionare i colpevoli presso diversi esponenti dell’ estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, con alcune formulazioni che porteranno poi a vari processi, il primo dal 1987 al 1995, condanna in primo grado all’ergastolo Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Massimiliano Fachini e Sergio Picciafuoco.
Diversi esponenti sono stati considerati autori di depistaggi in merito che sono ancora oggi molto dibattuti dalle parti politiche.
La grande manifestazione politica perpetuata durante gli anni successivi hanno portato ad una ulteriore forma di distacco con il potere centrale, ed anche di recente il presidente della Repubblica Mattarella ha attribuito le origini dell’attentato alla matrice neofascista:
“La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”.
La premier Meloni ha parlato generalmente di terrorismo, mentre il presidente del Senato ha espresso le seguenti parole “La definitiva verità giudiziaria ha attribuito una matrice neofascista”.