Alessia Marcuzzi rischia di soffocare: chi l’ha salvata, manovra di Heimilch, come si pratica

Presentatrice, attrice, ex modella e personaggio pubblico molto noto, Alessia Marcuzzi ha recentemente raccontato di aver ricevuto un pronto soccorso durante una cena durante un soggiorno a Londra.


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La conduttrice,  tra le più famose ed affermate del panorama italiano infatti ha reso noto attraverso il proprio profilo Instagram, con l’ausilio di un post immediatamente molto condiviso, di aver rischiato il soffocamento a causa di un pezzo di polpo che le ha bloccato la trachea, impedendo quindi la naturale respirazione.

Alessia Marcuzzi rischia di soffocare: chi l’ha salvata

Fortunatamente per la conduttrice oggi 49enne è intervenuta Wilma Helena Faissol, la moglie di Francesco Facchinetti, che era presente presso il ristorante ed ha avuto la prontezza di praticarle la manovra di Heimlich permettendo così di “scampare” addirittura ad un possibile decesso, in quanto le morti per soffocamento ogni anno mietono, centinaia di vittime proprio a causa del cibo “bloccato”.

Brasiliana ma di origine libanese, Wilma Helene Faissol, nata nel 1982, è prevalentemente una fashion blogger e influencer, ma ha un passato da dentista.

E’ l’attuale compagna di Francesco Facchinetti, nonchè la madre adottiva di due figlie avute da Francesco proprio durante la relazione con Alessia Marcuzzi, Leone e Lavinia Angelica Catherine.

Alessia Marcuzzi rischia di soffocare: manovra di Heimilch, come si pratica

La manovra di Heimilch è una delle più importanti e spesso decisive “manovre” che servono alla disostruzione delle vie aeree quando un corpo estraneo rimane bloccato presso la trachea, una delle principali vie di respirazione.

Il nome deriva dal suo “ideatore”, un medico statunitense di nome Henry Heimlich che l’ha messa a punto negli anni 70.

Si tratta di una manovra di emergenza, che deve essere effettuata posizionandosi alle spalle della persona interessata, quindi il soccorritore deve piegare l’individuo in avanti e cingergli la vita con entrambe le braccia; una mano deve essere chiusa a pugno e la parte appiattita del pollice deve essere posta a contatto con l’addome della vittima, fra l’estremità inferiore dello sterno e l’ombelico mentre l’altra mano deve afferrare il pugno.

In questa posizione devono essere effettuate delle  spinte sull’addome decise e “secche” fino a quando il corpo estraneo non viene espulso.

 

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alessia marcuzzi

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