Prosciutto crudo o cotto? Solitamente dipende dai gusti, e anche se si tratta prevalentemente dello stesso prodotto, ossia la lavorazione di una specifica parte del maiale, ossla la coscia posteriore.
Salume ma non insaccato
A differenza dei salumi insaccati, entrambe le varietà non rientrano nella categoria, ma sono definibili dei salumi a tutti gli effetti: ciò che differenzia le due preparazioni, che per quanto riguarda il prosciutto crudo non presenta per l’appunto una vera e propria cottura, dato che si applicano aromi e sale prima di essere messa a stagionatura.
La controparte è invece cotta a vapore, non prima di essere disossata e sottoposta ad una soluzione in salamoia, contenente sale, conservanti ed aromi vari e poi viene “massaggiata”.
Prosciutto crudo o cotto, quale fa meno male alla salute?
Il crudo è esteticamente riconoscibile immediatamente, a causa di un colore più vivo, è mediamente più salato del cotto e maggiore è la stagionatura, maggiore risulta essere aromatico l’aroma.
Il cotto invece è maggiormente rosato, risulta meno salato e viene percepito più “leggero”. Ma quali dei due fa “meno male”?
Può sembrare strano, ma il crudo risulta essere più proteico ma meno grasso rispetto al cotto, sopratutto a causa del processo di stagionatura del crudo, che fa perdere gran parte dell’acqua presente, il cotto invece viene percepito come più leggero ma è più grasso, anche se meno salato.
Dal punto di vista dell’apporto calorico, “vince” il cotto ma di poco, visto che risulta essere leggermente meno calorico.
Il crudo risulta essere meno “grasso” (dato che contiene quelli “buoni”) e maggiormente energetico, anche se la salatura lo rende meno adatto a chi soffre di pressione alta.
In entrambi i casi conviene non eccedere nel consumo di grasso, ed in generale il consiglio è di non esagerare visto che si tratta di carni rosse.