Da diversi anni gli “addetti ai lavori” legati al calcio professionistico lamentano a più riprese di una generale poca tutela sulla salute degli atleti, a causa di un sempre maggiore numero di partite per stagione, tenendo conto della già elevata presenza di tornei che coinvolgono club e nazionali.
Oltre al numero di partite, anche la salute psicologica dei calciatori non viene tenuta in grande considerazione, condizione “denunciata” già da qualche dirigente e da diversi calciatori.
Tuttavia quanto avvenuto nell’ultima settimana nel mondo del calcio fa preoccupare in maniera importante.
Tre calciatori professionisti sono morti per infarto negli ultimi 5 giorni
Il giorno 18 dicembre fa il giovane difensore croato Marin Cacic, 23 anni, è venuto improvvisamente a mancare a causa di problemi legati all’apparato cardiaco: il giovane calciatore che militava nell’NK Nehaj – Senj (club di terza serie croata) era infatti andato in coma ed era stato ricoverato in ospedale. Nonostante le cure tempestive Marin è morto prima della vigilia di Natale.
Gli altri casi
A poche ore di distanza, sempre a causa di problemi legati al cuore, è morto anche Mukhaled Al-Raqad, 29enne calciatore che vestiva la casacca del Muscat FC, compagine che milita nel campionato dell’Oman. Al-Raqad aveva avvertito problemi cardiaci durante una sessione di allenamento, a poche ore di distanza da una partita di campionato.
L’ultima tragedia che ha scosso il mondo del calcio si è concretizzata in Algeria, con il decesso di Sofiane Loukar, 30enne capitano della compagine locale del Mc Saida. La dinamica è stata differente rispetto ai precedenti casi, visto che Loukar sembra aver subito un trauma cranico in seguito ad uno scontro di gioco, che ha portato ad un’interruzione della partita dopo che il calciatore, rientrato in campo, si è accasciato sul terreno di gioco, colpito anche lui da un arresto cardiaco.
Tutti questi casi fanno emergere la necessità di una maggiore attenzione per la tutela del mondo del calcio.