Scuola e Covid, connubio che è stato tra i più difficili da fronteggiare per il governo Conte II, che ha dovuto subire la pandemia in tutta la sua serie di problematiche, in quanto ha dovuto per forza di cose affermarsi il concetto di didattica a distanza, considerato ancora molto sperimentale e poco efficace per quanto riguarda l’applicazione ed il contesto tecnologico.
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Trattandosi di un luogo di aggregazione, quello scolastico ha visto anche diverse problematiche anche inerenti alla questione banchi, a causa della divisione necessaria durante il periodo di massima esposizione pandemica.
Con il Covid finalmente “sotto controllo” e con l’inizio dell’anno scolastico che è oramai alle porte, quali sono le direttive?
Scuola e Covid: ecco cosa cambia quest’anno
Tra le novità, spicca l’assenza di Didattica a distanza per gli alunni considerati positivi al contagio.
Allo stesso modo cambia anche la misurazione della temperatura all’ingresso, non più prevista, mentre se in classe emerge qualcuno tra il personale scolastico o gli studenti presenta sintomi indicativi di infezione da Sars-CoV-2, deve essere ospitato nella stanza dedicata o nell’area di isolamento.
Gli alunni che presentano un test covid positivo, o una temperatura corporea superiore a 37,5 centigradi non potranno assistere alle lezioni in presenza, quindi per il rientro a scuola è necessario l’esito negativo del test (molecolare o antigenico) al termine dell’isolamento.
Le mascherine non sono obbligatorie ma il personale che ha la volontà di proteggersi con un Dpi può usare un dispositivo di protezione respiratoria del tipo Ffp2 e dispositivi per la protezione degli occhi. Le regolamentazione del vadecum messe a disposizione di recente potrà comunque cambiare, in quanto le prime settimane di settembre serviranno anche come “base” per testare la situazione che è almeno teoricamente tornata alla “normalità”, quindi il governo che si insiederà dopo le elezioni del mese prossimo avrà comunque piena libertà di modificare quanto accennato.